Catapultatai come in un altro mondo.
Catapultati finalmente in una città multiculturale, viva, energetica. Catapultati magicamente a Modena!
Modena, la città dei parchi. Il verde contorna tutto. E gli alberi , si sa, salvano gli esseri viventi dal grigio, depurano l’aria e fanno sorridere i bambini.
Non abbiamo avuto l’ opportunità di visitare bene Modena, giusto un giro davanti alla Cattedrale illuminata la sera andando in bici sul ciotolato e mangiando un gelato cremossisimo e a un prezzo ottimo, che consiglio vivamente se passate da Modena.
Ci addentriamo da subito però nel bel parco Amendola, dove il Festival avrà luogo.
Ed è lì che finalmente veniamo notati, in cui finalmente facciamo parte del grupppo degli artisti all’interno del programma. Un cerchio, in cui gli artisti formano un legame tra di loro in cui potersi confrontare e conoscere, in cui ognuno è diverso ed è importante a modo suo. Entrare a far parte di quel cerchio è qualcosa di davvero speciale perchè non si è più, per qualche giorno, quei fuggiaschi artisti di strada che con l’occhio attento cercano il posto giusto, cercano di non esagerare per non infastidire, cercano di non farsi cacciare.
Gli artisti del Festival di Modena sono energeticamente unici! Attivi e amici, ognuno la una storia da raccontare, si travestono e con i lori attrezzi da lavoro iniziano la performance creando cerchi di persone intorno a loro.
Devo ringraziare specialmente : gli organizzatori che, con gli occhiali da sole per coprire la stanchezza della sera prima, erano sempre presenti e disponibili ;
i ragazzi “Info” che, all’ ombra del tendono bianco del banco delle informazioni, si presentavano già dal mattino presto;
quelli della cucina e chi, inventando l’organizzazione dal nulla, ci serviva pranzo e cena gentilmente offerti;
al fotografo che ha catturato gli attimi energetici migliori;
al bar che ha la fortuna di avere un personale dei più socievoli, disponibili e bello che ci siano;
a tutti quelli che montavano e smontavano con creatività e poesia (e poesie anche!) il loro stand sotto il sole cocente fino a notte e anche sotto la tormenta di pioggia e vento la seconda sera ,a sorpresa;
alla banda Mandanga che con i loro tamburi sovrastavano il suono della pioggia battente e dei tuoni o che , sudando sotto il sole, battevano forte anche con i piedi;
a tuti gli artisti che hanno ispirato e si sono fatti ispirare, che hanno condiviso come in nessun altro festival in cui ,quest;anno, siamo stati, che sanno porgerti il cappello, alla fine della performance, con fare modesto e semplice (un arte, quella di chiedere cappello, che di base è semplice ma molto complessa e complicata);
al pubblico, a chi è venuto a vedere, a scoprire, chi è venuto a sorridere,a ballare, a tornare bambino con i propri figli;
a questa Modena espressiva, vitale e simpatica!